SUZUKI
mettendo una mano sul cuore di Butterfly
Come una mosca prigioniera
l'ali batte il piccolo cuor!
Butterfly si rinfranca poco a poco: vedendo che è giorno fatto, si scioglie da Suzuki, e le dice:
BUTTERFLY
Troppa luce è difuor,
e troppa primavera.
Chiudi.
Suzuki va a chiudere lo shosi, in modo che la camera rimane quasi in completa oscurità.
Suzuki ritorna verso Butterfly.
BUTTERFLY
Il bimbo ove sia?
SUZUKI
Giuoca... Lo chiamo?
BUTTERFLY
con angoscia
Lascialo giuocar, lascialo giuocar.
Va a fargli compagnia.
SUZUKI
piangendo
Resto con voi.
BUTTERFLY
risolutamente, battendo forte le mani
Va, va. Te lo comando.
Fa alzare Suuki, che piange disperatamente, e la spinge fuori dell'uscio di sinistra.
Butterfly si inginocchia davanti all'immagine di Budda.
Butterfly rimane immobile, assorta in doloroso pensioro, ancora si odono i singhiozzi di Suzuki, i quali vanno a poco a poco affievolendosi.
Butterfly ha un moto di spasimo.
Butterfly va allo stipo e ne leva il velo bianco, che getta attraverso il paravento, poi prende il coltello, che chiuso in un astuccio di lacca, sta appeso alla parete presso il simulacro di Budda.
Ne bacia religiosamente la lama, tenendola colle mani per la punta e per l'impugnatura.