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TOSCA con grande sentimento, trattenendo a stento le lagrime, dimentica del luogo e di Scarpia Ed io venivo a lui tutta dogliosa per dirgli: invan stassera, il ciel s'infosca... l'innamorata Tosca è prigioniera... dei regali tripudi.
entra un gruppo di pastori e ciociare
SCARPIA (Già il veleno l'ha rosa!) mellifluo a Tosca O che v'offende, dolce signora?... Una ribelle lagrima scende sovra le belle guancie e le irrora; dolce signora, che mai v'accora?
TOSCA Nulla!
vari Nobili Signori accompagnano alcune donne
SCARPIA con marcata intenzione Darei la vita per asciugar quel pianto.
TOSCA non ascoltandolo Io qui mi struggo e intanto d'altra in braccio le mie smanie deride!
SCARPIA (Morde il veleno!)
entrano alcuni borghesi alla spicciolata
TOSCA con grande amarezza Dove son? Potessi coglierli, i traditori! sempre più crucciosa Oh qual sospetto! Ai doppi amori è la villa ricetto! con immenso dolore Traditor! Oh mio bel nido insozzato di fango! con pronta risoluzione Vi piomberò inattesa! rivolta al quadro, minacciosa Tu non l'avrai stasera. Giuro!
SCARPIA scandalizzato, quasi rimproverandola In chiesa!
TOSCA Dio mi perdona... Egli vede ch'io piango! piange dirottamente; Scarpia la sorregge accompagnandola all'uscita, fingendo di rassicurarla. Appena uscita Tosca, la chiesa poco a poco va sempre più popolandosi. La folla si raggruppa nel fondo, in attesa del Cardinale; alcuni inginocchiati pregano.