Gabinetto nel palazzo di Monforte.
Monforte
MONFORTE
seduto ad un tavolo
Sì, m'abborriva ed a ragion! cotanto
Vêr lei fui reo, che giunsi un dì a rapirla!
E me odiava e fuggiva! e per tre lustri
All'amplesso paterno il figlio ascose...
E lo nudriva nell'orror del padre!
E me crudel poi chiami!
Foglio, che presso a morte
Vergò la fatal donna
toglie dal seno un foglio
Quanti affetti diversi in me richiami!
Legge
O tu, cui nulla è sacro! se la scure
Sanguinosa minaccia
Il prode Arrigo, onor del patrio suolo,
Risparmia almen quell'innocente capo!.
Mio figlio!