Scena VI
L'abituro dell'indovina.
A sinistra un camino; il fuoco è acceso, e la caldaja magica fuma sovra un treppiè; dallo stesso lato l'uscio d'un oscuro recesso. Sul fianco a destra una scala che gira e si perde sotto la vôlta, e all'estremità della stessa sul davanti una piccola porta segreta. Nel fondo l'entrata della porta maggiore con ampia finestra d'allato. - In mezzo una rozza tavola, e pendenti dal tetto e dalle pareti stromenti ed arredi analoghi al luogo.
Nel fondo Uomini e Donne del Popolo. Ulrica presso la tavola; poco discosti un Fanciullo ed una Giovinetta che le domandano la buona ventura.
Popolani
Zitto... l'incanto non dèssi turbare...
Par che Sàtana guizzi al focolare!
Ulrica [ispirata]
Re dell'abisso, affrettati,
Precipita per l'etra -
Senza libar la folgore
Il tetto mio penètra.
Omai tre volte l'upupa
Dall'alto sospirò;
La salamandra ignivora
Tre volte sibilò...
E delle tombe il gemito
Tre volte a me parlò!
Scena VII
Riccardo da pescatore, avanzandosi tra la folla, nè scorgendo alcuno de' suoi.