TITO
(Eppur mi fa pieta.) Publio, custodi,
lasciatemi con lui.
(Publio e le guardie partono.)
SESTO
(No, di quel volto
non ho costanza a sostener l'impero.)
TITO
Ah, Sesto, dunque e vero?
Dunque vuoi la mia morte? In che t'offense
il tuo Prence, il tuo Padre,
il tuo Benefattor? Se Tito Augusto
hai potuto obliar, di Tito amico
come non ti sovenne?
SESTO
Ah, Tito, ah, mio
clementissimo Prence,
non piu, non piu; se tu veder potessi
questo misero cor; spergiuro, ingrato,
pur ti ferei pieta. Tutte ho sugli occhi,
i benefici tuoi; s'offrir non posso,
ne l'idea di me stresso,
ne la presenza tua!
TITO
Odimi, oh Sesto;
siam soli; il tuo sovrano
non e presente. Apri il tuo core a Tito;
confidati all'amico. io ti prometto,
che Augusto nol sapra. Del tuo delitto
di la prima cagion. Cerchiamo insieme
una via scusarti. Io ne sarei
forse di te piu lieto.
SESTO
Ah, la mia colpa
non ha difesa.
TITO
E taci? E non rispondi? Ah, giacche puoi
tanto absusar di mia pieta.
SESTO
Signore...
sappi dunque...(che fo?)
TITO
Sieggi.
SESTO
(Ma quando
finiro di penar?)
TITO
Parla una volta:
che mi volevi dir?
SESTO
Ch'io son l'oggetto
dell' ira Dei; che la mia sorte
non ho piu forza a tollerar; ch'io stesso
traditor mi confesso, empio mi chiarmo;
ch'io merito la morte, e ch'io la bramo.
TITO
Sconoscente! e l'avrai.
(alle guardie)
Cutodi, il reo
toglietemi d'innanzi.
SESTO
Il bacio estremo
su quella invita man.
TITO
Parti; non e piu tempo,
or tuo giudice sono.
SESTO
Ah, sia questo, Signor, l'ultimo dono.